I sei miti della SEO che occorre sfatare 

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La SEO, l’arte di poter posizionare al meglio un sito su un motore di ricerca… ma siamo davvero sicuri di sapere tutto di questa tecnica così necessaria per poter gestire al meglio la collocazione della pagina a livello del web?

Perché sulla SEO si è detto davvero tanto, forse troppo, e si sono creati anche dei veri e propri miti che sarebbe ora di sfatare, come ci spiega Susanna Caselli SEO Specialist di digitalart.it, perché fanno più male che bene.

Ma quali sono questi miti della SEO che possono danneggiare fortemente il posizionamento di un sito nel web? Susanna ce ne svela alcuni.

  1. La SEO è solo lavoro tecnico. Non manca chi, anche in agenzie che si occupano di marketing o comunicazione, propone ai clienti dei pacchetti SEO estremamente tecnici e definiti quasi che si trattasse di uno strumento estremamente tecnico e non offsite. Quello che alcune agenzie dimenticano di dire ai clienti è che la SEO è certamente questione anche di ottimizzazione del sito, uso di meta tag, H1 ed H2, ma che la maggior parte del lavoro si basa sulla brand reputation e quindi avviene offline. La SEO quindi non è poi così tecnica come si potrebbe credere.
  2. Pensare che basti spendere su Adwords per avere degli ottimi risultati. Se davvero le cose funzionassero così allora saremmo davvero circondati di siti perfettamente ottimizzati. I risultati che vengono sponsorizzati con Adwords e quelli con organici sono cose completamente diverse. Ovviamente anche gli annunci a pagamento possono portare traffico ma non sono connessi direttamente alla SEO.
  3. Bisogna basarsi necessariamente sui link. I link in entrata ed uscita sono sicuramente molto utili e permettono di creare la brand reputation e la link building. Strumenti intelligenti della SEO che possono essere usati comodamente per riuscire a raggiungere dei buoni obbiettivi. Tuttavia, come ogni esperto SEO sa bene, non basta farcire di link un articolo per fare in modo che esso effettivamente funzioni e porti traffico. In alcuni casi l’abuso di link può davvero essere controproducente per la causa, quindi è bene cercare di trovare una soluzione più idonea e un compromesso migliore. La link building quindi non è pericolosa, ma è necessario che venga davvero usata con criterio e non a caso altrimenti può diventare uno dei fattori più indicati per mandare in rovina un sito.
  4. Usare la Black Hat. Oggi nessun esperto SEO userebbe mai la Black Hat perché semplicemente è una tattica fallimentare e che non funziona più grazie ai controlli di Google. Anzi, i motori di ricerca hanno iniziato a penalizzare in modo molto, molto pesante chi insiste nell’usare questi trucchetti per posizionarsi online.
  5. A tutti i costi in prima pagina. L’ossessione di ogni gestore di un sito è quello di arrivare nella prima pagina di Google, ma siamo sicuri che ne valga la pena? O meglio: siamo sicuri che questa sia davvero la soluzione migliore per le proprie esigenze? Perché in alcuni casi la percentuale di click risulta migliore sui primi risultati della seconda pagina piuttosto che sui primissimi della prima pagina.
  6. La SEO è un investimento da fare ogni tanto. Tipico pensiero pigro di chi pensa che la SEO sia come una visita annuale dal dottore, da fare una volta ogni tanto e basta. Invece questo strumento eccezionale richiede un continuo investimento in termini di impegno e anche economico, perché Google cambia e la concorrenza non sta certo ferma a guardare, per questo bisogna cercare di mantenersi al passo. La SEO quindi va usata a piccole dosi ma in continuazione, non una volta ogni tanto.

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