Content Marketing: cos’è, come si fa e perché è così importante

Ok, ormai anche i muri sanno cos’è il content marketing, ma proviamo a dare un contributo a chi non è ancora sicuro di conoscere bene questa materia o di applicarla nel modo giusto.

Partiamo dall’abc…

Cos’è il content marketing (proviamo a dare un definizione)

Volendo dare una definizione a questo termine possiamo dire che: il content marketing è una strategia volta ad ottenere attenzione e fiducia, da parte degli utenti in target rispetto ad un brand, attraverso la produzione e la distribuzione di contenuti utili e informativi che aiutano le persone a risolvere un problema o a soddisfare un bisogno o una curiosità.

Perché il content marketing è così importante?

Le persone che utilizzano la rete, spesso lo fanno per prendersi una pausa, un momento di relax o per cercare qualcosa. In questo contesto bisognerebbe riuscire a catturare l’attenzione e a farsi notare, bisognerebbe riuscire ad entrare in relazione con l’interlocutore e portarlo a conoscere il proprio brand ed il proprio business in modo non intrusivo ma attrattivo.

Ecco, il segreto del successo del content marketing è tutto qui, a differenza della pubblicità e della comunicazione tradizionale, l’utente non va interrotto e messo di fronte ad un messaggio che in quel momento non ha voglia di recepire, ma va assecondato e coccolato.

La novità di questo approccio è che il mercato non è più un monologo in cui l’azienda parla ed il consumatore (passivamente) subisce, ma è un dialogo, una conversazione, uno scambio.

Ti do qualcosa gratuitamente, ti risolvo un problema, ti do un assaggio del mio potenziale e ti faccio capire concretamente che posso essere la soluzione ai tuoi problemi. In cambio, ottengo la tua attenzione, la tua fiducia e, magari, la tua disponibilità ad acquistare.

Il successo di un brand non si basa più sulla forza economica – più soldi, più pubblicità, più distribuzione ecc… ma si basa sul valore concreto che si è in grado di offrire e solo sul valore si gioca la partita con i competitors.

Come si fa?

Questa forma di marketing, che si regge sulla condivisione del valore, ha senso solo se fatta a regola d’arte.

Bisogna investire seriamente sulla produzione di contenuti e su risorse formate e competenti che siano in grado di generare materiale di alto livello tecnico e professionale.

Visto che tutti fanno content marketing, la quantità di contenuti disponibili è praticamente infinita. Emergere in questo marasma e non rischiare di passare inosservati non è cosa da poco, ecco perché non ha senso produrre contenuti solo perché bisogna farlo e perché così fan tutti. Il rischio è quello di andare ad infoltire il caos senza generare valore per nessuno, nessun risultato per chi crea e nulla di utile per gli utenti.

La bravura di chi fa marketing è quella di capire i bisogni del proprio target e farsi trovare, in modo discreto e risolutivo, al posto giusto nel momento giusto.

Non si vendono prodotti o servizi, ma si vendono soluzioni a problemi, non si parla del prodotto ma del perché ti serve quel prodotto, non si parla di cosa fa un brand ma del perché e del come. Si generano e si vendono desideri.

Come si fanno e come si distribuiscono i contenuti?

Premesso che quando parliamo di contenuti non parliamo solo di testi, ma anche di video, grafica e quant’altro, la produzione può essere più o meno semplice e più o meno manuale.

Dico questo perché, ovviamente, un discorso è produrre un articolo ed un altro è produrre un video o un progetto grafico.

Senza nulla togliere all’una o all’altra tipologia di contenuto le forze e gli strumenti da mettere in campo possono essere oggettivamente differenti. Mentre per scrivere dei testi può bastare una persona ed un word, per realizzare dei video o delle infografiche sono necessari software, attrezzature etc.

Detto ciò, pensare di entrare nel merito delle tecniche e delle strategie di produzione, per ogni tipologia di contenuto, sarebbe impensabile e, soprattutto, non rientra nelle finalità di questo contenuto che dovrebbe solo servire a darti una panoramica sull’argomento.

Ti dico solo che sarebbe opportuno avere a monte un buon piano di comunicazione, una strategia mirata ed un calendario editoriale.

  • Il piano di comunicazione serve a mantenere il focus su cosa comunicare, perché e, soprattutto, come e a chi.
  • La strategia serve a non creare contenuti utili solo per gli utenti ma inutili rispetto ai propri obiettivi.
  • Il calendario editoriale serve a mantenere la bussola delle pubblicazioni. Inoltre, garantisce un colpo d’occhio panoramico per non rischiare di produrre e distribuire i contenuti in modo monotono, invariato e ridondante.

Per quanto riguarda la distribuzione, invece, tutto dipende dalle strategie di business, dal settore e dal target. In base ai “luoghi digitali” più frequentati dal proprio target vanno scelti i canali di distribuzione.

Per esempio:

  1. se operi nel settore fashion, molto probabilmente il tuo pubblico si troverà soprattutto su Instagram.
  2. Se operi nel settore della ristorazione, probabilmente utilizzerai molto una distribuzione pay per clic geolocalizzata (magari Adwords e Facebook ADS)

In linea di massima, i principali canali di distribuzione sono sicuramente i social, i blog e le newsletter.

Come si misurano i risultati?

Una volta prodotti e distribuiti i contenuti è fondamentale analizzare i risultati ed ottimizzare le proprie strategie di content marketing. Anche in questo caso, ovviamente, sarebbe impensabile menzionare ed approfondire ogni singolo tool e ogni singola tipologia di analisi da fare.

Volendo sintetizzare potremmo dire che è, sicuramente, fondamentale analizzare fattori come:

  • tempi di permanenza
  • engagement (commenti, condivisioni etc.)
  • numero di persone raggiunte

Per fare questo si utilizzano tools come Google Analytics, gli insight dei vari social, vari tools per la SEO (se, come mi auguro, è contemplata nella tua strategia di content marketing) e tanti, tanti altri strumenti.

Conclusioni

Spero che questo contenuto possa esserti stato di aiuto e ti auguro un grande in bocca al lupo!

Articolo a cura di Ferdinando Signorelli

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